Il Tavolo a scacchi, 1942

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Due Cavalli, 1964


ALIGI SASSU
Ritorno a Monza

Ritrovare Aligi Sassu a Monza, nella stessa Galleria Civica che nel 1965, 50 anni fa, aveva accolto una sua mostra dedicata all’opera grafica, è indubbiamente emozionante.

Allora fu Mario de Micheli, con un contributo scritto di Salvatore Quasimodo, a tracciare di Sassu un sintetico ma efficace ritratto di un artista e un intellettuale che aveva già attraversato gran parte del XX secolo lasciando un’impronta originale nell’arte italiana.

Sassu in occasione di quella mostra aveva lasciato ai Musei Civici un dipinto del 1942, il tavolo a scacchi, di intrigante sceneggiatura, dove personaggi e oggetti in un interno di caffè sono avvolti e irretiti da una pervasiva cromia rossa, uno dei suoi marchi di fabbrica più riconoscibili. Si trattava di un soggetto che con alcune varianti era stato inserito in un album di grafiche edito dallo stesso Sassu.

Bello e naturale dunque celebrare il ritorno di Sassu alla Galleria Civica di Monza inserendo nell’esposizione il dipinto entrato a far parte delle collezioni civiche monzesi.

Vadano dunque i miei ringraziamenti a quanti hanno permesso la realizzazione della mostra.  A Carlos Julio Sassu Suarez per aver condiviso e supportato il progetto, al prof. Pier Franco Bertazzini per il contributo scientifico, a Corrado e Giuseppe Catania, sponsor dell’iniziativa e infine al personale del mio assessorato che ha fattivamente collaborato all’organizzazione.

Sono certa che i visitatori ancora una volta potranno apprezzare la qualità di un celebre artista ormai consacrato da critica e mercato.

L’Assessore alle Politiche Culturali - Comune di Monza
Francesca Dell’Aquila


ALIGI SASSU: come nasce un'opera
di Natalia Sassu Suarez Ferri

L’arte non è subito e solo pittura e scultura, ceramica e incisione. Per alcuni artisti il processo creativo delle grandi opere che conosciamo e amiamo nasce da un’annotazione sul margine di un libro, da uno schizzo su un foglio di carta qualsiasi.  Da un’idea che arriva all’improvviso e che va fermata subito perché non ci sfugga. Aligi Sassu è un artista che ama bilanciare la spontaneità e la gestualità di un attimo e lo studio razionale e ordinato di un tema, un colore, una linea. Ho avuto la fortuna di assistere più volte sia al momento dell’ideazione, dello studio e della realizzazione di un’opera, e oggi che ho potuto studiare il processo creativo di artisti completamente diversi da lui, comprendo ancora meglio Sassu come artista, oltre che come uomo. Sassu è un artista con l’anima e la disciplina di un ricercatore. Sebbene l’intuizione iniziale sia totalmente spontanea e istintiva, nello studio che porta ai dipinti, per esempio, nulla è lasciato al caso. Tutto è studiato meticolosamente. Per questo è interessante analizzare la sua opera iniziando dal disegno, perché a partire da questo comprendiamo meglio le sue opere a noi più note. Prendiamo Giunone e Venere ad esempio. Due sanguigne su carta nate in preparazione di due sculture. Credo che sia evidente in questi due disegni l’analisi del volume delle due figure. Una bozza che non è solo dedita ad individuare la posa migliore o i tratti che meglio rappresentino ciò che per Sassu è la bellezza nel caso di Venere e la prosperità nel caso di Giunone. Non si tratta solo di uno studio del mito e della letteratura relativa alle due dee, non si presta attenzione a simbolismi o iconografie. Qui il disegno è volume, è tridimensionalità, è materia che avrà poi vita in argilla ma che già qui è “a tutto tondo”.

Ho voluto dare a questo catalogo e questa mostra un taglio tematico piuttosto che cronologico. Perché in Sassu, come ho spiegato, il disegno è principalmente parte di un processo. Allo stesso modo, nella varietà dei temi trattati da Sassu, ve ne sono alcuni ricorrenti, nel nostro caso mito, cavalli, Spagna e ritratti di donna. Ogni serie in sé è un continuo ritornare ai temi più cari, e per questo all’interno di ogni serie si può notare come l’approccio dell’artista cambi in ogni opera. Diviene quindi più esplicativo seguire il flusso di pensieri di Sassu all’interno di ogni tematica, piuttosto che saltando da un cavallo a un paesaggio, a una scena mitologica. Prendiamo ad esempio proprio i cavalli: i primi in mostra sono delle teste di cavallo degli anni Trenta, mentre gli ultimi sono i Cavalli Arrabbiati del 1997. Non vi è solo la lampante differenza tecnica: inchiostro e matita nei primi due casi e acquerello e acrilico nell’ultimo. I Cavalli Arrabbiati sono un’opera realizzata all’età di ottantacinque anni, tre anni prima della morte del Maestro, e questa maturità e disinvoltura di un colore che non ha nemmeno più bisogno della linea nasce da sei decenni di esperimenti, successi, e “fallimenti”. Nelle teste di cavallo degli anni Trenta,  il disegno è ancora uno studio anatomico in cui il sentimento del cavallo e dell’artista non hanno spazio. La rabbia dei cavalli del 1997, al contrario, diventa protagonista attraverso il colore e la forma, senza più la preoccupazione della perfezione della linea, ma con un interesse rivolto all’espressione piuttosto che a uno specchio esatto della realtà, come il titolo stesso dimostra. Per questo si può dire che all’interno di ogni gruppo tematico si può vedere una transizione, un’evoluzione verso ciò che l’artista riteneva più importante nello scopo di fondo che era poi comunicare attraverso le immagini. All’interno della serialità risiedono infatti l’anima e il carattere di Sassu, le sue passioni e la sua natura umana. Non a caso i temi da lui più frequentati sono i cavalli della sua Sardegna, il mito del suo Mediterraneo, i paesaggi della Spagna, da lui vissuta come una seconda Sardegna. E all’interno di ognuna di queste tematiche se ne racchiudono anche altre, gli Uomini Rossi nel  mito di Castore e Polluce, il sacro nelle divintà dell’Olimpo, l’illustrazione letteraria nell’Arianna Abbandonata.

Un discorso a parte va fatto per la piccola sezione qui dedicata alla grafica. Abbiamo voluto racchiudere in una mostra delle opere inedite che contribuissero a far meglio conoscere e comprendere l’opera di Sassu. E la grafica è una parte importante della sua produzione, un processo meccanico che permette l’esaltazione del colore, una collaborazione tra la mente dell’artista e la macchina che ne stampa le tonalità. Le due tematiche scelte per la grafica sono i cavalli e il mito, già trattati nella sezione dedicata ai disegni, e che per questo offrono un ulteriore termine di paragone tra idea, manualità ed esecuzione finale. Nella cornice della sua Brianza, ecco un Sassu inedito nelle sue innumerevoli sfaccettature di linee, colori ed emozioni. Un gruppo di opere che parlano per lui e di lui, del suo modo di pensare, lavorare, creare.

 

 

SCHEDA MOSTRA  

Aligi Sassu Ritorno a Monza
Dal 30 ottobre al 22 novembre 2015

Patrocinio
Associazione Culturale Amici dell'Arte di Aligi Sassu

Curator
e 
Natalia Sassu Suarez Ferri 


Spazio Espositivo

Galleria Civica di Monza


Data e Orario:

martedì a Venerdì:  15.00 -  19.00
sabato e domenica: 10.00 - 13-00 / 15.00 -  19.00
Ingresso libero

Organizzazione
Comune di Monza
Archivio Aligi Sassu - Carate Brianza (MB) info@archivioaligisassu.it

Ufficio Stampa
Comune di Monza

Catalogo
a cura di Natalia Sassu Suarez Ferri 
Stampa e legatoria Edizione Gr Besana in Brianza (MB)

Con il contributo di:TOTEM, Banco di Desio, Media Partner: Il Cittadino